voto: ** (USA-2012)
La generazione dei ventenni del secondo dopo guerra
americano nelle zone di New York è il
fulcro di un enorme fremito intellettuale ed evasione emotiva, che
sperimenta nuovi stili di vita e ricerche spasmodiche di realtà
anticonvenzionali e antitradizionali. La letteratura è centrale in questo
ambiente che si rivela coacervo di slanci artistici e ricerca formale e
poetica. Lo scrittore Sal Paradise (Sam Riley), pseudonimo di Jack Kerouac, l’
autore del romanzo su cui si basa l’ intero film, assorbe da questo ambiente
influenze e tendenze, riscoprendo profonde amicizie, amori estremi e
ispirazioni poetiche. Il giovane e ambizioso scrittore conosce Dean Moriarty
(Hedlund), personaggio che si ispira al poeta Neal Cassady, compagno di viaggio
di Kerouac. Fra i due si instaura subito una grande complicità che li porterà a
viaggiare in continuazione per tutto il territorio statunitense e oltre: da New York (luogo in cui fanno conoscenza) a
Denver, dall’ Alabama alla California, da San Francisco a Città del Messico.
Viaggi vissuti dai due alla fine degli anni ’40 e che porteranno il giovane
Paradise a scrivere, recuperando i vari
appunti da viaggio conservati durante gli anni, “On the road”, romanzo
autobiografico , scritto in tre settimane su un rotolo di carta da tappezzeria
lungo 36 mm, divenuto il manifesto culturale della cultura “Beat” americana, la
cosiddetta “Beat Generation”.
Per trasformare in immagine un libro impossibile, il regista
Walter Selles (autore anche dell’ indimenticabile “I diari della
motocicletta”) ha lavorato 8 anni e
percorso più di 100 mila chilometri. Per non far annoverare il suo progetto
come chimera, come successe già nel 1957 (quando i si cercò di realizzare una
pellicola basata sul romanzo, coinvolgendo grandi star come Marlon Brando),
Selles segue la stessa logica sperimentale dei film su Guevara, partendo dalle
tracce di Kerouac, sfiorando luoghi e persone che in qualche modo abbiano
potuto riguardarlo, con uno sguardo prima documentaristico e poi narrativo. E
ed è questo approccio che non esalta il ritmo dell’ intera opera. Realizzare un
film sulla Bibbia della “Beat Generation”, un racconto di viaggio che rappresenta
anche rivolta generazionale e formazione giovanile è probabilmente uno sforzo
che il Cinema, in quanto mezzo artistico e linguistico, sia per limiti
temporali che formali, non può soddisfare completamente ma, tuttavia, un’ organizzazione sceneggiativa
prolissa e monocorde come questa non può sicuramente ambire a invertire questa
difficoltà, anche parzialmente. La scenografia e le ambientazioni, insieme all’
attenzione caratteriale ai protagonisti
e ai vari personaggi, mostrano
un enorme lavoro strutturale ma che soddisfa
solo minimamente uno spettatore assorbito sempre meno da un’ intreccio troppo
dilatato, nauseante per la propria monotonia
che cerca di inglobare più avvenimenti possibili in 120’ di film purtroppo
soporifero. Gli unici sbalzi narrativi
sono nelle scene sessuali che si
rincorrono sempre con un velo però di
censura e poca corporeità espressiva. Buono il parallelismo musicale che segue
l’ immagine in modo armonico fin dall’ inizio con ottime colonne sonore jazz intriganti
e avvolgenti e buona anche l’ attenzione ai particolari scenografici sia d’
interni che esterni, evidenziati da un uso della luce consapevole e puntuale.
Il Cinema negli ultimi anni si è approcciato al ricordo “Beat”
in almeno due casi: quest’ ultimo “On
the road” che ricalca il romanzo
manifesto di quella generazione e “Howl” (“L’ urlo”) di Epstein e Friedman,
film del 2010 che ripercorre il capolavoro di Allen Ginsberg. Seppur in modo
diverso, le due pellicole mostrano le
difficoltà strutturali che si nascondono dietro alla narrazione cinematografica
innanzitutto di un’ opera letteraria e secondariamente di opera letteraria
che, come in questi casi, è manifesto generazionale di un’ intera
identità culturale. E in entrambi i casi
l’ eccessiva complessità realizzativa, malgrado i buoni autori e attori utilizzati,
ha messo a nudo le enormi difficoltà espressive
che la riguardano.
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