LA DONNA ISLAMICA IN UN DRAMMA "OCCIDENTALE"
voto: ** e mezzo (Arabia Saudita-2012)
Immersa nell' Islalismo più profondo,
in quell' Arabia Saudita integralista e profondamente radicata nella
cultura maomettana, la piccola Wadjda (Waad Mohammed) cresce con la
madre (lasciata dal marito perché incapace di avere figli maschi)
in un ambiente ostico e misogino. Tuttavia con brillante furbizia ed
enorme pervicacia essa riesce a conservare gelosamente i propri
desideri e passioni che vanno dalla musica rock ai videogiochi,
contrari al canonico modello di comportamento e moralità di una
virtuosa donna musulmana . Simbolo di questa contrarietà e
irriverenza giovanile sono le calzature della ragazzina, unica ad
indossare un paio di “Converse” colorate invece dei classici
sandali delle sue compagne di scuola. Secondo la visione comune è
bene che le donne non usino la bicicletta poiché rischiano di
rimanere sterili ma la giovane Wadjda non desidera altro e vuole
riuscire ad averne una per sfidare l' amico Abdullah (Algohani) ma il
prezzo è troppo alto e la madre non se la può permettere. Sarà in
questo modo che la ragazza comincerà ad intensificare la sua
attività di composizione di braccialetti che vende clandestinamente
all' interno della scuola esclusivamente femminile. Ma i profitti non
bastano e la gara di Corano di lì a pochi mesi, che prevede per la
vincitrice un premio di mille corone, sembra un' occasione perfetta
per realizzare il proprio sogno, sebbene lei non sia una studentessa
modello e la preside della scuola sia ferventemente contraria alle
sue abitudini.
Il film racconta l' angosciante
situazione femminile islamica e impersonifica quel naturale
desiderio di emancipazione e libertà nelle giovanili forme di una
bambina coraggiosa che senza violenza diventa simbolo accattivante di
una rivoluzione individuale, fatta di indipendenza e caparbietà.
Pellicola di condanna che crea una vero e proprio parallelismo tra il
retrogrado fanatismo islamico e la dolce evasione di una piccola
ribelle. Opera armonica che prende quota progressivamente, in
particolare nel finale, raggiungendo un buon ritmo sceneggiativo,
influenzato chiaramente dal Cinema americano e dalla commedia
statunitense, sia nell' utilizzo della cinepresa che nello sviluppo
dell' intreccio. Aspetto che rende la trama a tratti prevedibile e
presumibile dallo spettatore, malgrado una forte organizzazione
profilmica carica di realismo. La durata di non più di 100' porta