STEREOTIPO PEDESTRE L' ULTIMA FATICA DI SPIELBERG
voto: * e mezzo (USA-2012)
Alla fine della guerra di secessione americana, dopo quattro anni di sanguinose battaglie e migliaia di giovani vittime, nulla si desidera più della pace tra gli Stati ribelli Confederati del sud e le forze dell' Unione, capeggiate dal presidente Abramo Lincoln (Daniel Day-Lewis). Malgrado il desiderio di concludere il conflitto fratricida, il Presidente non ha intenzione di arrivare alla pace senza intervenire sulla costituzione e modificare il 13^ emendamento, che permette la liberazione dei Neri e la conseguente fine della schiavitù americana. Progetto ambizioso che nasconde intrighi burocratici e controversie sociali ma che alla fine, grazie alla diplomazia dello stesso Lincoln e alla politica repubblicana (che ricorrerà anche alla corruzione in alcuni casi) verrà approvato dalla Camera, rivoluzionando per sempre la storia degli Stati Uniti d' America.
Ultimi quattro mesi di Lincoln, prima della tragica morte
dell' aprile 1865, narrati da un opaco Spielberg, che segue in parte il testo di D. K. Goodwin
"Team Of Rivals". Film storico che cerca di riprendere fedelmente,
sia dal punto di vista scenografico che narrativo uno dei momenti più delicata
della storia americana. Uno stile asciutto e scevro da virtuosismi e magniloquenza
accompagna in modo essenziale tutte le
sequenze del film, rischiando tuttavia di impoverire una pellicola
discretamente lunga, almeno di 150'. La mancanza di dinamismo rappresenta un
limite costante dell' intera sceneggiatura e l' ambizione di rendere l' intera opera
riflessiva e misurata quanto il carattere e il fascino politico del presidente
Lincoln, rimane un desiderio smorzato. Il soggetto, la figura portante dell'
intera opera, risulta infatti coerente e perentoria ma sbiadita; artefatta nei
dialoghi e mai del tutto efficace, malgrado sia impersonata da uno dei migliori
attori hollywoodiani degli ultimi dieci anni. L' impianto delle scenografie e
gli spazi riprodotti, come in generale tutto l' impianto profilmico, sono
accuratamente organizzati e dettagliati, una vera e propria proiezione del
passato, ma l' intera organizzazione narrativa non risulta mai all' altezza del
precedente aspetto e non riesce mai ad esaltarsi
né per tensione, né per vigore
espressivo. Un monostilismo e un monolinguismo stilistico che rispetta i canoni del genere ma che non
dona nulla in più ad una produzione cinematografica monocorde e tediosa. Il tentativo del regista durante
tutto il film è quello di narrare l' intima coscienza politica e diplomatica di
uno dei padri fondatori americani, restituendone un' immagine ricurva e saggia,
che si esprime solo tramite aneddoti e storie paradigmatiche. Uno statista che
vive