voto * (USA-2012)
La Umbrella Corp. è riuscita ad assoggettare l’ intera economia mondiale sotto la guida di un computer spietato e inarrestabile: la Regina rossa. In un ambiente da guerra fredda, dopo le sperimentazioni virali della compagnia, il virus viene venduto alle maggiori potenze mondiali, scatenando un cataclisma mondiale e contagiando quasi l’ intero pianeta. Per testare il virus e mostrarlo ai futuri acquirenti, nel territorio della Kamčatka, nella sconfinata penisola di ghiaccio russa, l’ organizzazione ha costruito degli ambienti artificiali che riproducono le maggiori capitali mondiali, ricostruite fedelmente sotto il suolo grazie a proiezioni olografiche e prototipi umani ricalcati da soggetti realmente esistiti, presenti nei progetti passati della Umbrella. Ed è proprio all’ interno di questa enorme costruzione sotterranea che si risveglia il guerriero Alice(Milla Jovovich), che viene segregata e torturata dai suoi ex compagni, tra cui Jill (Guillory), ormai sotto il controllo del nemico. Albert Wesker (Roberts), in passato alleato della Umbrella ma ormai unico vero alleato, riesce a creare un black-out nel sistema e , eludendo la sorveglianza, a liberare Alice. Malgrado l’ iniziale diffidenza del soldato, Wesker spiegherà alla donna di averla liberata per salvare il genere umano, ormai messo a ferro e fuoco dall’ implacabile avanzata degli zombie . Ma prima di unirsi alla resistenza Alice e la sua assistente Wong (Li) dovranno superare alcuni degli spazi riprodotti dall’ organizzazione incolumi e raggiungere l’ ascensore insieme alla squadra speciale che le sta cercando dalla parte opposta del complesso sotterraneo. Ben presto la regina rossa riesce ad espellere il virus e a dare la caccia agli intrusi. Il videogame ha inizio!
L’ organizzazione del film riprende in effetti un vero e
proprio videogioco con alcune storie parallele che si incrociano, rivelando
vari retroscena; la continua ricerca della salvezza e di una via di fuga; l’
irrefrenabile lotta per la sopravvivenza tra soldati spietati e mostri assetati
di sangue. Insomma un’ intreccio che prosegue step by step come nel miglior
videogioco d’ avventura. E questo ritorno alle origini può risultare anche
piacevole se non fosse disintegrato da un’ organizzazione formale e
sceneggiativa roboante quanto caotica e prolissa. Aspetto innaturale
visto che siamo di fronte ad un film di pura azione, uno spara tutto che
dovrebbe ispirare qualsiasi emozione
fuorché annoiare lo spettatore.
Tuttavia ci riesce. Le novità che potevano esprimere i primi capitoli di questa
decennale saga, che ormai da due capitoli è tornata nelle mani dell’ originario
regista Paul W. S. Anderson, che firmò nel 2002 il primo capitolo, risultano
ormai insopportabili. Da 11 anni dal primo film, le innovazioni sono veramente misere. La
messinscena è molto articolata e caotica, mistificata da effetti speciali tanto veritieri quanto rigidi e coatti. Anche
la fotografia risente di questo limite e il 3D, mai visto così forzato e poco
armonico, non inverte la tendenza. Le ambientazioni e le situazioni di copione
sono stereotipate fino all’ ossessione e il pubblico ormai abituato ad un certo
tipo di icone stereotipate ne è
ormai e nauseato. La suspance si rivela
anch’ essa troppo macchinosa e paradossalmente prevedibile: ogni colpo di scena è anticipato da sfondi
musicali che lo anticipano, senza lasciare la benché minima sorpresa. E questi
ultimi sono seguiti da interi minuti di lotte coriacee e roboanti, troppo
dilatate e tediose
in una pellicola di 100’ scarsi.
L’ happy end mai nemmeno lontanamente messo in discussione, in cui tutti i
superstiti si riuniscono alla Casa Bianca, ormai ultima roccaforte umana,
suggerisce uno scontato sequel, dove presumibilmente inizierà una guerra
lunghissima contro il virus e la popolazione mondiale contaminata. I richiami
del film al gioco originario , come l’ uso di alcune armi identiche al videogioco , alcuni vestiti dei protagonisti e somiglianze dei medesimi
(come avviene per il soldato Leon) o l’ organizzazione “militare” di alcuni
antagonisti, non aiutano dei personaggi
che si muovono abbastanza a loro agio nelle scene ma che, a causa della sceneggiatura, vengono inglobati nei limiti strutturali
dell’ intero film, malgrado l’ interpretazione dei protagonisti sia forse l’
unica caratteristica positiva da menzionare. Un quinto capitolo “cerniera” che
non si è discostato per nulla dai precedenti ma che anzi contribuisce
a limitare la credibilità dell’ intera saga e di un genere, quello horror-fantascienza, che sta vivendo gli anni più bui della sua storia.
E non crediamo che sarà il 3D a migliorarlo.
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