giovedì 11 ottobre 2012

"Resident Evil - Retribution" di Paul W. S. Anderson

       SCARSA INVETTIVA E POCO PATHOS NELL' ULTIMO CAPITOLO DELLA SAGA

                                                  voto *          (USA-2012)


     La Umbrella Corp.  è riuscita ad assoggettare l’ intera economia mondiale sotto la guida di un computer spietato e inarrestabile: la Regina rossa. In un ambiente da guerra fredda, dopo le sperimentazioni virali della compagnia, il virus viene venduto alle maggiori potenze mondiali, scatenando un cataclisma mondiale e contagiando  quasi l’ intero pianeta. Per testare il virus e mostrarlo ai futuri acquirenti, nel territorio della Kamčatka, nella sconfinata  penisola di ghiaccio russa, l’ organizzazione ha costruito degli ambienti artificiali che riproducono le maggiori capitali mondiali, ricostruite fedelmente sotto il suolo grazie a proiezioni olografiche e prototipi umani ricalcati da soggetti realmente esistiti, presenti nei progetti passati della Umbrella.  Ed è proprio all’ interno di questa enorme costruzione sotterranea che si risveglia il guerriero Alice(Milla Jovovich),  che viene segregata e torturata dai suoi ex compagni, tra cui Jill (Guillory), ormai sotto il controllo del nemico.  Albert Wesker (Roberts), in passato alleato della Umbrella ma ormai unico vero alleato, riesce a creare un black-out nel sistema e , eludendo la sorveglianza, a liberare Alice. Malgrado l’ iniziale diffidenza del soldato, Wesker spiegherà alla donna di averla liberata per salvare il genere umano, ormai messo a ferro e fuoco dall’ implacabile avanzata degli zombie .  Ma prima di unirsi alla resistenza Alice e la sua assistente Wong (Li) dovranno superare alcuni degli spazi riprodotti dall’ organizzazione incolumi e raggiungere l’ ascensore insieme alla squadra speciale che le sta cercando dalla parte opposta del complesso sotterraneo. Ben presto la regina rossa riesce  ad espellere il virus e a dare la caccia agli intrusi. Il videogame ha inizio!
L’ organizzazione del film riprende in effetti un vero e proprio videogioco con alcune storie parallele che si incrociano, rivelando vari retroscena; la continua ricerca della salvezza e di una via di fuga; l’ irrefrenabile lotta per la sopravvivenza tra soldati spietati e mostri assetati di sangue. Insomma un’ intreccio che prosegue step by step come nel miglior videogioco d’ avventura. E questo ritorno alle origini può risultare anche piacevole se non fosse disintegrato da un’ organizzazione formale e sceneggiativa  roboante  quanto caotica e prolissa. Aspetto innaturale visto che siamo di fronte ad un film di pura azione, uno spara tutto che dovrebbe ispirare qualsiasi emozione  fuorché  annoiare lo spettatore.      
Tuttavia ci riesce. Le novità che potevano esprimere i primi capitoli di questa decennale saga, che ormai da due capitoli è tornata nelle mani dell’ originario regista Paul W. S. Anderson, che firmò nel 2002 il primo capitolo, risultano ormai insopportabili.  Da  11 anni dal primo film,  le innovazioni sono veramente misere. La messinscena è molto articolata e caotica, mistificata da effetti speciali  tanto veritieri quanto rigidi e coatti. Anche la fotografia risente di questo limite e il 3D, mai visto così forzato e poco armonico, non inverte la tendenza. Le ambientazioni e le situazioni di copione sono stereotipate fino all’ ossessione e il pubblico ormai abituato ad un certo tipo di icone stereotipate  ne è ormai  e nauseato. La suspance si rivela anch’ essa troppo macchinosa e paradossalmente prevedibile: ogni  colpo di scena è anticipato da sfondi musicali che lo anticipano, senza lasciare la benché minima sorpresa. E questi ultimi sono seguiti da interi minuti di lotte coriacee e roboanti, troppo dilatate  e  tediose  in una pellicola di  100’ scarsi. L’ happy end mai nemmeno lontanamente messo in discussione, in cui tutti i superstiti si riuniscono alla Casa Bianca, ormai ultima roccaforte umana, suggerisce uno scontato sequel, dove presumibilmente inizierà una guerra lunghissima contro il virus e la popolazione mondiale contaminata. I richiami del film al gioco originario , come l’ uso di alcune armi identiche  al videogioco ,  alcuni vestiti  dei protagonisti e somiglianze dei medesimi (come avviene per il soldato Leon) o l’ organizzazione “militare” di alcuni antagonisti, non aiutano  dei personaggi che si muovono abbastanza a loro agio nelle scene ma che,  a causa della sceneggiatura,  vengono inglobati nei limiti strutturali dell’ intero film, malgrado l’ interpretazione dei protagonisti sia forse l’ unica caratteristica positiva da menzionare. Un quinto capitolo “cerniera” che non si è discostato per nulla dai precedenti ma che anzi  contribuisce  a limitare la credibilità dell’ intera saga e di un genere,  quello horror-fantascienza, che  sta vivendo gli anni più bui della sua storia. E non crediamo che sarà il 3D a migliorarlo.

                                 

                               

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