lunedì 15 ottobre 2012

"Reality" di Matteo Garrone

                                 UN  PAMPHLET SULLA CORRUZIONE MEDIATICA



                                                          voto: ***     (Italia-2011)

Luciano Ciotola (Aniello Arena) vive a Napoli con la moglie e i suoi figli. Commerciante e gestore di una pescheria, grazie anche a delle truffarelle rionali di prodotti casalinghi automatizzati riesce a sbarcare il lunario e tirare avanti.  Per assecondare un desiderio della figlia più piccola, in un centro commerciale, partecipa alle selezioni per entrare nella casa del Grande Fratello. Il semplice gioco si trasforma in realtà e il verace napoletano verrà chiamato a Roma per sottoporsi ad altri provini.  Raggiunge la capitale con la famiglia e , malgrado l’ iniziale timidezza, sosterrà l’ audizione che a detta sua è stata molto positiva e che lo proietta direttamente nella casa: la sua partecipazione al reality sembra sicura. Accolto a casa come un eroe da parte di tutti, Luciano vive momenti di popolarità cittadina e si crogiola nell’ attesa della fatidica chiamata da Roma. La comunicazione tuttavia stenta ad arrivare e in queste settimane di attesa spasmodica e trepidazione  ansiosa , mentre l’ inizio del programma si avvicina sempre di più, Luciano perde giorno dopo giorno ogni contatto con la realtà. Teme di essere perseguitato da spie del programma  che vogliono scoprire la veridicità delle sue affermazioni in provino e  per le quali comincia ad essere eccessivamente magnanimo con tutti, regalando mobili e oggetti di casa sua a totali estranei. La sua ossessione lo porta a intravedere astuti informatori televisivi dietro sommesse e austere signore devote e a stupirsi innaturalmente della presenza in casa sua di un grillo che lo guarda insistentemente. La pescheria verrà venduta perché per le future interviste non ci si può permettere di mostrarsi dei fetenti e il bagno verrà trasformato in un confessionale. La situazione è insostenibile e, capito ormai che Luciano non parteciperà a nessun programma televisione, la famiglia si unisce intorno a lui per aiutarlo in questo complesso momento. Entrerà quindi a far parte attivamente della vita religiosa cittadina,  partecipando a funzioni, celebrazioni e opere di carità, fino a recarsi a Roma per un’ importante celebrazione religiosa ai piedi del Colosseo. Ma l’ occasione è troppo allettante per l’ irrecuperabile Luciano che sgattaiolerà via per recarsi là, nella casa tanto bramata, tanto desiderata. La raggiungerà e dopo esserci misteriosamente entrato si sdraierà in giardino, dove si lascerà andare  ad  una risata liberatrice e beata  in quell’  ambiente a lungo agognato.
Una commedia satirica la nuova fatica di Matteo Garrone,  che ha realizzato un film di forte teatralità espressiva e molto vicino  alla farsa napoletana  che va a rintracciare con occhio cinico e critico la reazione sociale del pubblico di massa alla rivoluzionaria stagione dei Reality Show. Un condizionamento alienante e mediatico che si instaura nella quotidianità, disequilibrandola e rompendone  gli schemi. Un’ iperbolica visione del potere mediatico e di medium di massa della
         TV in grado di insinuarsi nei meandri della mente e condizionarne le azioni. Un pamphlet satirico  che va ad intaccare questo sistema televisivo ormai  in decadenza rispetto ai primi anni di vita e lo fa narrando e rintracciando dall’ interno una serena e  popolare  famiglia napoletana, che davanti alla possibilità di arricchirsi con la celebrità, seppure senza sicurezze, sfiora la follia. Questa storia comune e semplice viene narrata con sapiente stile da parte di un grande autore,  uno dei registi migliori della nostra nazione e non solo. La messa in scena è accurata e mai banale ma puntualmente,  spontanea e popolare, con la presenza di alcuni personaggi folcloristici che con la loro presenza accrescono la credibilità ambientale dell’ intera pellicola. La cura dei personaggi è quindi molto attenta e riesce a esprimere la più diretta spontaneità di attori chiaramente napoletani. La telecamera è sapientemente utilizzata e  va a rintracciare da vicino le sensazioni dei protagonisti e la vita privata della famiglia, invadendone l’ intimità, nascondendosi dietro ad un paravento o un mobile e osservando i protagonisti da vicino con  inquadrature neutre in primo  piano o in strettissimo campo alternati a panoramiche zoomate (con le quali si apre e si chiude il film,  come un sipario) e carrellate in long take di gran livello formale. L’ intreccio è dinamico ma ordinato e costellato di ottime sequenze, molto equilibrate. Peccato per alcune sequenze centrali e finali del film che rendono la narrazione a sprazzi prolissa e ridondante come accade per  la sequenza romana  in pompa magna della celebrazione che risulta poco utile ai fini della narrazione e parzialmente forzata. Un capitolo cerniera pleonastico che si tuffa però in un finale enorme e artisticamente lodevole, che chiude il sipario allo stesso modo in cui si era aperto all’ inizio.  Nel complesso un’  ottima produzione italiana, poco fortunata al botteghino ma che ha incontrato un forte successo  di critica, meritando il Grand Prix della Giuria all’ ultimo Festival di Cannes. Garrone si rivela, a quattro  anni da “Gomorra” ancora una delle firme più autorevoli dei panorama cinematografico nazionale  anche su un genere (ormai consumato entro i nostri confini) come la commedia.


1 commento:

Unknown ha detto...

Enorme pellicola italiana!