voto: *** (Italia-2011)
Luciano Ciotola (Aniello Arena) vive a Napoli con la moglie
e i suoi figli. Commerciante e gestore di una pescheria, grazie anche a delle truffarelle
rionali di prodotti casalinghi automatizzati riesce a sbarcare il lunario e
tirare avanti. Per assecondare un
desiderio della figlia più piccola, in un centro commerciale, partecipa alle
selezioni per entrare nella casa del Grande Fratello. Il semplice gioco si
trasforma in realtà e il verace napoletano verrà chiamato a Roma per sottoporsi
ad altri provini. Raggiunge la capitale
con la famiglia e , malgrado l’ iniziale timidezza, sosterrà l’ audizione che a
detta sua è stata molto positiva e che lo proietta direttamente nella casa: la
sua partecipazione al reality sembra sicura. Accolto a casa come un eroe da
parte di tutti, Luciano vive momenti di popolarità cittadina e si crogiola nell’
attesa della fatidica chiamata da Roma. La comunicazione tuttavia stenta ad
arrivare e in queste settimane di attesa spasmodica e trepidazione ansiosa , mentre l’ inizio del programma si
avvicina sempre di più, Luciano perde giorno dopo giorno ogni contatto con la
realtà. Teme di essere perseguitato da spie del programma che vogliono scoprire la veridicità delle sue
affermazioni in provino e per le quali
comincia ad essere eccessivamente magnanimo con tutti, regalando mobili e
oggetti di casa sua a totali estranei. La sua ossessione lo porta a intravedere
astuti informatori televisivi dietro sommesse e austere signore devote e a
stupirsi innaturalmente della presenza in casa sua di un grillo che lo guarda insistentemente.
La pescheria verrà venduta perché per le future interviste non ci si può
permettere di mostrarsi dei fetenti e il bagno verrà trasformato in un
confessionale. La situazione è insostenibile e, capito ormai che Luciano non
parteciperà a nessun programma televisione, la famiglia si unisce intorno a lui
per aiutarlo in questo complesso momento. Entrerà quindi a far parte
attivamente della vita religiosa cittadina, partecipando a funzioni, celebrazioni e opere
di carità, fino a recarsi a Roma per un’ importante celebrazione religiosa ai
piedi del Colosseo. Ma l’ occasione è troppo allettante per l’ irrecuperabile
Luciano che sgattaiolerà via per recarsi là, nella casa tanto bramata, tanto
desiderata. La raggiungerà e dopo esserci misteriosamente entrato si sdraierà
in giardino, dove si lascerà andare ad una risata liberatrice e beata in quell’ ambiente a lungo agognato.
Una commedia satirica la nuova fatica di Matteo Garrone, che ha realizzato un film di forte teatralità
espressiva e molto vicino alla farsa
napoletana che va a rintracciare con
occhio cinico e critico la reazione sociale del pubblico di massa alla
rivoluzionaria stagione dei Reality Show. Un condizionamento alienante e mediatico
che si instaura nella quotidianità, disequilibrandola e rompendone gli schemi. Un’ iperbolica visione del potere
mediatico e di medium di massa della
TV in grado di insinuarsi nei meandri
della mente e condizionarne le azioni. Un pamphlet satirico che va ad intaccare questo sistema televisivo
ormai in decadenza rispetto ai primi
anni di vita e lo fa narrando e rintracciando dall’ interno una serena e popolare famiglia napoletana, che davanti alla
possibilità di arricchirsi con la celebrità, seppure senza sicurezze, sfiora la
follia. Questa storia comune e semplice viene narrata con sapiente stile da parte
di un grande autore, uno dei registi
migliori della nostra nazione e non solo. La messa in scena è accurata e mai
banale ma puntualmente, spontanea e
popolare, con la presenza di alcuni personaggi folcloristici che con la loro
presenza accrescono la credibilità ambientale dell’ intera pellicola. La cura
dei personaggi è quindi molto attenta e riesce a esprimere la più diretta
spontaneità di attori chiaramente napoletani. La telecamera è sapientemente
utilizzata e va a rintracciare da vicino
le sensazioni dei protagonisti e la vita privata della famiglia, invadendone l’
intimità, nascondendosi dietro ad un paravento o un mobile e osservando i
protagonisti da vicino con inquadrature
neutre in primo piano o in strettissimo
campo alternati a panoramiche zoomate (con le quali si apre e si chiude il film,
come un sipario) e carrellate in long
take di gran livello formale. L’ intreccio è dinamico ma ordinato e costellato
di ottime sequenze, molto equilibrate. Peccato per alcune sequenze centrali e
finali del film che rendono la narrazione a sprazzi prolissa e ridondante come
accade per la sequenza romana in pompa magna della celebrazione che risulta
poco utile ai fini della narrazione e parzialmente forzata. Un capitolo
cerniera pleonastico che si tuffa però in un finale enorme e artisticamente
lodevole, che chiude il sipario allo stesso modo in cui si era aperto all’
inizio. Nel complesso un’ ottima produzione italiana, poco fortunata al
botteghino ma che ha incontrato un forte successo di critica, meritando il Grand Prix della
Giuria all’ ultimo Festival di Cannes. Garrone si rivela, a quattro anni da “Gomorra” ancora una delle firme più
autorevoli dei panorama cinematografico nazionale anche su un genere (ormai consumato entro i
nostri confini) come la commedia.
1 commento:
Enorme pellicola italiana!
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